quando ho intrapreso il mio percorso di studio dell’ecoprint ciò che più ambivo era arrivare alla stampa perfetta
mi guardavo molto attorno e mi ero focalizzata su alcuni risultati ottenuti dai migliori del campo e di quelle immagini avevo fatto il mio principale obiettivo
ho iniziato a provare sulle mie prime tele di cotone e su un lino grezzo sempre con l’aspettativa di arrivare velocemente al risultato sperato
la complessità in questa tecnica di lavorazione sta nella sua grande instabilità: ci si può aspettare, con l’esperienza, un certo tipo di “risposta pianta-tessuto” ma il vero risultato lo si scopre solo alla fine
e così per ogni tela che mi rendeva soddisfatta di ciò che avevo ottenuto ce n’erano almeno altre tre che proprio avrei voluto non aver mai prodotto: sbavate, indefinite, davvero poco presentabili
non le avevo buttate anche se avrei potuto farlo, le tenevo lì con tutte le altre, quelle belle, tutte ripiegate insieme in bella vista
e quando ho compreso che il mio errore era l’aver cercato di saltare tutti i passaggi che solo con l’esperienza mi avrebbero portato a poter realizzare la stampa perfetta, ho deciso di riprendere in mano tutto e ripartire
la stampa perfetta non l’ho ancora ottenuta, anche se ci sono pezzi dei quali vado enormemente fiera, ma posso dire di aver imparato a riconoscere gli errori che continuo a commettere tanto che a volte mi sembra quasi di saper più cose su quelli che sul resto
sono ancora in cammino ma stavolta sento di essere sul sentiero giusto
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