Sono rimasta senza parole (e senza titolo)

HO FATTO UN DISEGNO PER TE ha fatto eco la voce Alessandro dal salotto mentre seduto sul suo sgabello, chino sul tavolino da #disegno si dava un gran da fare sulla sua agenda rossa a quadretti

“ho fatto un disegno per te mamma, vuoi vederlo?”

“certo che voglio vederlo, raccontamelo questo disegno”

“questo è un centro anziani, quando sarò un giovane adulto voglio aprire un centro anziani così tu e papà potrete stare con me là dentro: voi state sulla panchina a dare da mangiare agli uccellini e vi riposate, io mi occupo di tutto il resto… ecco questa sei proprio tu che entri dalla porta e devi salire le scale per andare nella tua camera”

🤍🏠d’altro canto se le sue #fondamenta sono già una amalgama di #amore e #cura di cos’altro potrò avere bisogno?

ecco per cosa ringrazierò

ecco per cosa ringrazierò, nonostante tutto, questo #2020

♥️voi avete un motivo per il quale ringraziare questo 2020?

io in questo anno sgangherato, spezzato ed a tratti irrecuperabile, voglio mettere da parte i cocci e pensare ai pezzi che invece, continuano a rimanere #insieme

non senza difficoltà, ma con #tenacia

come i giapponesi credono profondamente nella valorizzazione delle crepe riempiendole di oro, poiché ciò che ha una storia, anche attraverso una ferita, possa diventare comunque più bello

e così io voglio pensare a questo anno

il dolore, le crepe, la fatica, sono parte della vita di tutti, talvolta occupano una parte considerevole, altre no, ma sono comunque parte di un enorme disegno che tocca tutti

ecco perché, nonostante le ferite, voglio concentrarmi sul più bello che ho, sul mio oro

ecco per cosa ringrazierò, nonostante tutto, questo 2020

Giornata Internazionale delle persone con disabilità

il 3 dicembre a Reggio Emilia ricorre Notte di Luce.

da anni in occasione della Giornata Internazionale delle persone con disabilità il centro storico della città si illumina al solo bagliore di lanterne e candele per raccontare simbolicamente la differenza.

Notte di Luce è un evento a cura del Comune di Reggio Emilia e Farmacie Comunali Riunite.

Anche L’Indaco da anni sostiene e partecipa attivamente attraverso le voci del
C O R O de L’ I N D A C O diretto dal Maestro Zuffa.

Voci che hanno risuonato nel Battistero a fianco del Duomo incantando presenti e passanti in un’atmosfera suggestiva progettata e realizzata da Mimmo Spaggiari, ceramista ed atelierista storico dell’Associazione nonché ideatore e fondatore del progetto C L U S T E R

[nelle immagini alcuni scatti del concerto in Battistero a cura del Coro de L’Indaco e le installazioni di CLUSTER]

📌 continuate a seguire il viaggio di
C L U S T E R sulla pagina ufficiale

per il mio compleanno

“mamma per il mio compleanno..” sento una voce alle mie spalle mentre, in cucina, sto preparando il pranzo

il suo compleanno si avvicina e sapevo che prima o poi avremmo dovuto affrontare anche questo discorso, fino ad oggi mi ero limitata a rimandare questa conversazione a tempi più maturi, inutile farlo prima

“mamma per il mio compleanno..” sento una sorta di freno in quella domanda sussurrata che si fa spazio a fatica tra la sua idea di festa e la realtà di ciò che accade ormai ogni giorno, nelle nostre vite

lo ammetto, non sono brava a filtrare le emozioni, sono un libro aperto senza filtri tra ciò che c’è dentro e ciò che si vede fuori e probabilmente quello che per me è stato solo calore lungo le guance deve avermi tradito ai suoi occhi

l’ho ascoltato in silenzio, l’ho guardato in silenzio per un tempo che è sembrato eterno

“mamma per il mio compleanno possiamo preparare una torta a piani fatta di toast? la mangiamo insieme io, te, il papà e Allino”

non mi ha chiesto altro, non mi ha chiesto nessuna festa, non mi ha chiesto della solita torta di carote (la sua preferita) da portare a scuola, non ha avanzato nessun invito, nessun desiderio di regalo, niente di niente

Nicolò tra poco più di un mese compirà sette anni ed io mi ricordo bene i miei desideri di bambina a quell’età

e niente, ho pianto dentro

mea culpa

mi sento spesso in colpa, più spesso di quanto vorrei, più spesso di quanto dovrei: vivo in un disequilibrio continuo tra colpa e ragione, tra tormento e pace, è la coerenza che mi caratterizza

anche quando le parole non sono le mie, quando i gesti non sono i miei, riesco comunque a sentirmi responsabile di qualcosa

e quando sono ferita, amareggiata o colpita da qualcosa, mi sento in colpa verso i miei figli, per i sorrisi che tolgo loro, per la mia imperfetta incapacità di mascherare, di nascondere loro qualcosa, per i toni di voce alzati con troppa facilità, per essere così dannatamente e fallibilmente umana

questa mattina l’ho passata sul divano, non potevo permettermelo ma dovevo concedermelo, avevo bisogno di recuperare un po’ di energie perché questo periodo, questo navigare a vista, mi sta prosciugando e la cosa migliore da fare era premere il pulsante

| R E S E T |

e riavviare tutto, persino il battito del cuore♥️

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famiglia

a chi mi chiede cosa è cambiato rispetto a prima rispondo che nel lato pratico, davvero nulla: siamo una famiglia già da anni e non solo dalla nascita di Nicolò ed Alessandro, ma da quando abbiamo deciso di iniziare insieme una vita fatta di sveglie insieme, di scadenze, di cene con gli amici, di divano e pop corn.

ma cambia per noi, come persone e come coppia: in questi anni non abbiamo mai smesso di camminare nella stessa direzione, a volte ci siamo dovuti tenere per mano più forte, in altre la camminata è stata più semplice, in altre abbiamo dovuto chiudere gli occhi e le orecchie e lanciarci, ma non abbiamo mai smesso di guardarci negli occhi e di dirci che ne valeva la pena.

ci sono stati tempi nei quali ci siamo sentiti incredibilmente vicini ed altri in cui ci vedevamo sempre un po’ più lontani ma non abbiamo mai smesso di tendere l’uno la mano all’altra e viceversa.

e adesso che abbiamo raggiunto il più alto livello di completamento, non ci sentiamo arrivati: continueremo a camminare guardando avanti, tenendoci per mano, cercandoci con gli occhi e dicendoci che si, ne vale davvero la pena.

#maritoemoglie #wedding #matrimonioaltempodelcovid #finalmentesposi

sono una mamma non sono una santa

sono una mamma perché l’ho voluto fortemente, perché ho desiderato i miei figli come poche cose al mondo, perché ho lasciato che stravolgessero la mia vita, i miei spazi, il mio sonno, persino il mio odore.

sono una mamma ed ho dovuto conquistarmi il mio titolo, davanti a tutte quelle domande discutibili: “lo avete cercato?”

sono mamma perché sento addosso tutta la responsabilità di dover crescere due anime libere e la pienezza di un’esperienza totalizzante fatta di gioie e dolori.

ma sono una mamma, non sono una santa: ci sono mattine dove scendere dal letto è un peso enorme e vorrei solo poter poltrire fino a tardi, magari farmi una doccia ed uscire senza dovermi preoccupare di nient’altro.

ci sono giornate dove vorrei solo un po’ di silenzio e di pace, dove vorrei mettermi al pc e scrivere, scrivere per ore o magari prendere la mia reflex ed uscire, senza meta e senza orari.

sere nelle quali vorrei poter scegliere un locale raffinato, e magari una cena elegante in compagnia senza altre distrazioni, senza interruzioni continue magari riuscendo a dialogare e seguire una conversazione con altri adulti.

e me lo domando: come sarebbe senza di loro? cosa farei oggi? dove sarei? sfido qualsiasi mamma a dire di non averlo mai pensato nemmeno una volta..

ci sono giornate così pesanti, che sull’orlo dell’esasperazione vorrei che fosse vero, e me ne pento subito dopo di aver pensato una cosa del genere perché non potrei mai vivere senza di loro, dormirei di certo molto di più, godrei di molti più silenzi, di libertà, ma non profumerei di caramelle gommose, di yogurt alla fragola e di shampoo all’albicocca.

mi chiamo mamma

mi chiamano un numero indefinito di volte al giorno, tante volte semplicemente per la necessità di ripetere quel nome che dà sicurezza: mamma

ci sono volte nelle quali vorrei che mi chiamassero “papà” giusto per sentire un nome diverso squillare per casa😜

credo che per almeno i primi tre anni della loro vita non avessero idea che il mio nome, i nostri nomi, in verità fossero altri e quando mi è capitato che mi chiamassero così, mi ha fatto un certo effetto

i vostri figli come vi chiamano? per nome o mamma e papà?