non vi ho mai raccontato di quella volta in cui il forno della creta non entrò in funzione e di come, in uno scambio di sguardi, ci ritrovammo per le mani qualcosa di imprevisto e di magnifico allo stesso tempo
da una settimana lavoravamo a quel progetto carichi di soddisfazione e di aspettative: avevamo portato al piano superiore i vassoi colmi di vasi di creta non con poche difficoltà
avevano lasciato andare al sole le ultime goccioline di acqua e la loro superficie polverosa si preparava ad indossare l’ultimo abito
amo il momento prima dell’infornata, perché è il momento nel quale ci si prepara alla magia: si affida a quel grembo il proprio lavoro e si attende fino a quando quel coperchio potrà essere riaperto
la corrente elettrica scattò diverse volte quella notte ed il forno della creta non raggiunse mai la temperatura adatta per cuocere quei vasi che rimasero pertanto semi nudi
lo scoprimmo solo la mattina stessa quando pronti per riaprire quello scrigno, ci ritrovammo per le mani quell’amara sorpresa
due sguardi veloci con @mimmospaggiari e milioni di domande ma più di tutte: e adesso che si fa? si farà altro e si farà con quel che si ha
fu così che raccogliendo terra umida dal fosso, piantine qua e la nella distesa del prato e lungo il boschetto, sassi, qualche guscio di lumaca ed un muschio meraviglioso che Fioreria Il Chiosco di Lidia riuscì a consegnarci in tempi record che prese forma quello che ancora oggi ricordiamo con affetto ed incredibile soddisfazione come la più grande espressione della semplicità e della serendipità: i Kolkegom
Kol-ke-gom nel nostro dialetto reggiano significa letteralmente “ciò che abbiamo” perché è questo che sono i nostri kokedama nostrani: un piccolo pezzo di Natura Maestra del quale prendersi cura
la più grande forma di amore e di accoglienza, simbolo vivente della più grande manifestazione di serendipità di quella giornata
stavamo cuocendo vasi di creta e ci siamo ritrovati per le mani piccoli pezzi di Natura Maestra, di erba e di piante, di fosso e di sole da affidare a nuove famiglie
ed i vasi?
li abbiamo cotti dopo un paio di giorni, fortunatamente erano integri e solo crudi e sono andati nelle loro nuove case