parte_uno

è nato tutto un po’ alla volta, come quando ci si innamora: prima lentamente, ci si fanno mille domande per poi scoprire che ci si pensa continuamente ed allora tutto scorre ad un ritmo più veloce

ed allora vorresti avere infinite ore libere per dedicarti solo a quello

se dovessi dare una misura precisa (in termini temporali) di quando ho iniziato ad interessarmi seriamente all’ecoprinting ammetto faticherei a darne una definizione esatta

la verità è che da tempo collezionavo immagini salvate qua e là e mi dicevo che si, quella non era solo una delle più affascinanti ed interessanti cose che avrei voluto conoscere e capire, ma che era (e per me lo continua ad essere ogni giorno di più) una forma di linguaggio, di comunicazione che avrei voluto imparare a parlare

e questo mi faceva sentire al tempo stesso euforica e spaventata: la verità è che, proprio come negli innamoramenti, avevo paura

che fosse troppo difficile, che fosse una cosa per pochi in un mondo troppo grande, di non essere capace

avevo paura del giudizio degli altri e di non riuscire e questo mi bloccava

e per un po’ ho continuato a collezionare foto, a salvarmele in una cartella, a pensare che sarebbe rimasto solo quello: un archivio da sfogliare da fuori e basta

poi un giorno, non so né quando né come, mi sono detta che dovevo ragionarla in modo diverso: dovevo smettere di aspettarmi di riuscire e dovevo iniziare a provare ed a sbagliare

ho iniziato a fare ricerca, a studiare (tanto tanto tanto) e ad investire tempo ed energie in modo diverso, più produttivo

sicuramente non avrei ottenuto ciò che volevo al primo colpo ma avrei imparato comunque qualcosa di fondamentale: se non potevo realizzare una stampa come quelle che sfogliavo avidamente avrei di certo appreso come non ottenerne una e da lì avrei dovuto ricalibrare il tiro

ed è stato così che lentamente mi sono spostata da dove mi ero scomodamente seduta

ma il cosa ed il come ve lo racconto la prossima volta

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