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il femminicidio è un problema di tutti.
Se lo pensi anche tu, fallo sapere. Dillo ad alta voce.
inizia così questa storia.
un gioco nato per caso e per fortuna, pochi giorni fa su un noto social.
ricevo da Silvia la notifica a partecipare ad un contest.
mi soffermo su queste prime righe e sebbene io non sia una particolarmente fortunata nel gioco decido comunque di tentare.
Il 25 novembre 1960 in Repubblica Dominicana venivano brutalmente assassinate le tre sorelle Mirabal: Patria, Minerva e Maria Teresa, per la loro opposizione al regime dittatoriale.
Si decise che questo drammatico episodio doveva diventare il simbolo della lotta contro il sopruso sulle donne ed ecco perché anche noi abbiamo scelto questa data per la pubblicazione di “Fiabe in rosso”, un libro contro la violenza e gli stereotipi di genere, che proprio oggi compie un anno dalla sua uscita.
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in fin dei conti mi viene semplicemente chiesto di scrivere poche righe e passare il filo rosso ad un altra amica.
Per proseguire sulla strada intrapresa, sfilando simbolicamente insieme a #NonUnaDiMeno, VerbaVolant edizioni, Il T-Rex a pois ed io vorremmo regalare una copia a uno di voi: qui tra i commenti, scrivi la parola che vorresti leggere nella storia di tutte le donne. Un augurio, una speranza, un invito, quello che preferisci.
Se ti va, passa simbolicamente il filo rosso a qualcun altro.
mi dico che, sebbene sia ora di cena ed io abbia mille cose da mettere in fila, non mi può costare poi molto dedicare due minuti del mio tempo, fosse anche solo per dare la mia opinione e far sentire la mia voce in merito ad un tema così delicato e così crudelmente attuale.
decido allora di non soffermarmi a lungo come spesso faccio, ma di usare brevi e semplici parole.
Se ripenso alla mia esperienza credo che la parola adatta sia consapevolezza.
La consapevolezza che non è colpa nostra, ma di chi usa violenza (fisica o verbale che sia).
La consapevolezza delle persone vicine che offrono il loro aiuto e sostegno.
La consapevolezza che noi e la nostra dignità di donne sono sopra ogni cosa.
Passo questo filo a Sara e Ida.
e così, soddisfatta mai abbastanza ma felice di aver contribuito chiudo il telefono e lo lascio sul mobile della sala, mentre in cucina accendo il fuoco e comincio a cucinare la cena.
e non nego che, nel mentre mi trovo impegnata a spadellare un pasto caldo per tutti, ripenso a quanto la mia sorte sia stata di gran lunga più fortunata di tante altre.
non ho mai speso troppe parole in merito, non perchè lo viva con vergogna, ma perchè semplicemente ho preferito chiudere questo capitolo fuori per sempre.
ormai sono passati tanti anni, ma riconosco che, il mio modo di avvicinarmi alle persone, di vivere l’affetto, è cambiato tantissimo.
in meglio per certi aspetti, con una consapevolezza differente.
ma tutto ciò ha avuto un peso, non solo per me, ma per tutte le persone che mi sono state accanto e che hanno vissuto con me quei momenti.
perchè violenza, si tende sempre a dimenticarlo, non è solo lo schiaffo, lo spintone, il pugno o peggio ancora.
violenza è anche chi ti annulla come persona, chi ti umilia a parole, chi disprezza la tua natura umana e la ritiene inferiore.
chi ha la presunzione di far di te un proprio oggetto di piacere, da utilizzare a proprio piacimento o da lasciare lì, buttato da parte, all’occorrenza, quando è in mezzo ai piedi.
si ho vissuto questo, è vero.
perchè non te ne sei mai andata? mi domandano spesso.
perchè credevo fosse colpa mia, ammetto.
lo so, è assurdo, me ne rendo conto, ma finchè non lo vivi, non puoi nè sapere come reagiresti, nè cosa significhi.
credetemi se vi dico che, col sennò di poi, credo di essere stata molto fortunata ad essere ancora qua a parlarne.
ci sono persone così vuote ed allo stesso tempo piene di sè da diventare pericolosamente imprevedibili.
e sebbene per i mesi successivi all’uscita dal lavoro o con gli amici ero sempre accompagnata ed avevo paura a muovermi da sola fosse anche solo per raggiungere la macchina nel parcheggio, oggi sono qua.
passa? si passa ma mai del tutto.
ti cambia, ti cambia tanto.
ti fa scoprire in un certo senso una forza dentro te che non credevi, e ti mette a nudo davanti a sentimenti che nemmeno pensavi di poter provare.
odio? forse subito, ora no.
la fase dell’odio l’ho presto risolta quando, lavorando su me stessa, mi sono detta che amore ed odio sono sentimenti fortemente contrastanti quanto vicini.
ed allora non voglio sentimenti, solo indifferenza.
è stata colpa mia? assolutamente no.
sia chiaro che non voglio discolparmi da tutto, ho le mie responsabilità.
ma se accade ciò non è perchè ce lo meritiamo, nè perchè siamo noi a sbagliare.
spesso chi si avvicina è interessante, dolce, particolarmente comprensivo ed attento, sorprendendoci così.
ma poi quando tutto cambia e si fa violento, allora ecco che ci sentiamo legate.
oggi posso dire però una cosa importantissima che ho imparato da questa dura lezione: non bisogna rimanere per paura.
a volte si ha più paura del cambiamento, andandocene e rimettendo in campo tutto, che di rimanere.
questo atto di forza però non lo dobbiamo solo a noi.
là fuori ci sono tantissime persone che ci amano più di quanto non lo faccia chi abbiamo davanti e la nostra sofferenza è anche la loro.
la dignità è qualcosa di invalicabile, da chiunque, da difendere anche da noi stesse in questo caso.
e quando ho capito che la dignità, la mia, era più importante di ciò che stavo vivendo, me ne sono andata.
ho telefonato ai miei genitori che sono corsi a prendermi a casa, quella sera.
e sebbene ricordo ancora quelle parole di minaccia, io ho chiuso la porta dietro di me ed ho riaperto quella della mia vita.
oggi sono diversa, più consapevole, più attenta ma non meno passionale.
comunque, tornando a noi, la mattina successiva nemmeno ricordavo più ci fosse il sorteggio della vincitrice o del vincitore della copia del libro.
ricevo però un’altra notifica:
Vogliamo annunciare il vincitore del contest con una foto della manifestazione NON UNA DI MENOdi ieri a Roma e di questo manifesto realizzato da Chayn Italia a partire da un’illustrazione de Il T-Rex a pois tratta dalle nostre “Fiabe in rosso”:
ELIZABETH TAGLIAVINI, abbiamo scelto il tuo commento! Sei tu ad aggiudicarti una copia del libro!
Scrivici in privato per i dettagli.
E a tutti gli altri, grazie per aver partecipato, continuiamo a passare il nostro filo rosso a quante più persone possibile!
completamente sbigottita e senza parole, non so nemmeno definire cosa mi sia passato nel cervello in quei pochi momenti, prima di una smorfia di felicità mista ad un rosso, sulle guance, di incredulità ed imbarazzo.
ed allora eccomi qua ad attendere, che questo filo rosso arrivi a casa mia, per passarlo poi ai miei figli.
perchè siano uomini migliori? no, perchè siano Uomini. punto.
Anche per fare un piccolo passo bisogna alzare il piede e perdere per un attimo l’equilibrio.
Bisogna imparare a fidarsi del proprio equilibrio.
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Chi volesse ricevere una copia con dedica può contattare Lorenzo tramite messaggio privato su Facebook oppure via mail all’indirizzo parliamone@latatamaschio.it.
Il costo della copia è sempre di 12 € e le spedizioni (per le quali, se in Italia, si dovrà aggiungere 1.50 €, mentre per l’estero l’importo è variabile a seconda delle zone, per cui ve lo comunicherò di caso in caso) verranno effettuate da me personalmente.
passate il filo rosso