rivorrei le tane del nascondino

rivorrei le tane del nascondino, quelle dove in due si stava stretti ed allora ci si avvicinava di più, per non farsi vedere, ma si finiva sempre per ridacchiare rumorosamente

rivorrei le cartoline delle vacanze, quelle dei viaggi fatti in macchina con l’audiocassetta dell’ultimo Sanremo e la testa appoggiarla al finestrino

rivorrei i sandali di gomma in estate, quelli che segnavano l’abbronzatura sui piedi impolverati, che si rompevano sempre davanti lasciando uscire le dita

rivorrei la catena della bicicletta a terra e le mani nere, il ghiacciolo al limone che rinfresca, quello all’amante a che colora la lingua di rosso e quello alla menta che non mangia mai nessuno

rivorrei le manine di gomma appiccicate alla parete, il tasto EJECT del videoregistratore, le dediche sul diario di scuola, l’appuntamento con POP e CIOÈ

tu cosa rivorresti?

Giornata Internazionale delle persone con disabilità

il 3 dicembre a Reggio Emilia ricorre Notte di Luce.

da anni in occasione della Giornata Internazionale delle persone con disabilità il centro storico della città si illumina al solo bagliore di lanterne e candele per raccontare simbolicamente la differenza.

Notte di Luce è un evento a cura del Comune di Reggio Emilia e Farmacie Comunali Riunite.

Anche L’Indaco da anni sostiene e partecipa attivamente attraverso le voci del
C O R O de L’ I N D A C O diretto dal Maestro Zuffa.

Voci che hanno risuonato nel Battistero a fianco del Duomo incantando presenti e passanti in un’atmosfera suggestiva progettata e realizzata da Mimmo Spaggiari, ceramista ed atelierista storico dell’Associazione nonché ideatore e fondatore del progetto C L U S T E R

[nelle immagini alcuni scatti del concerto in Battistero a cura del Coro de L’Indaco e le installazioni di CLUSTER]

📌 continuate a seguire il viaggio di
C L U S T E R sulla pagina ufficiale

famiglia

a chi mi chiede cosa è cambiato rispetto a prima rispondo che nel lato pratico, davvero nulla: siamo una famiglia già da anni e non solo dalla nascita di Nicolò ed Alessandro, ma da quando abbiamo deciso di iniziare insieme una vita fatta di sveglie insieme, di scadenze, di cene con gli amici, di divano e pop corn.

ma cambia per noi, come persone e come coppia: in questi anni non abbiamo mai smesso di camminare nella stessa direzione, a volte ci siamo dovuti tenere per mano più forte, in altre la camminata è stata più semplice, in altre abbiamo dovuto chiudere gli occhi e le orecchie e lanciarci, ma non abbiamo mai smesso di guardarci negli occhi e di dirci che ne valeva la pena.

ci sono stati tempi nei quali ci siamo sentiti incredibilmente vicini ed altri in cui ci vedevamo sempre un po’ più lontani ma non abbiamo mai smesso di tendere l’uno la mano all’altra e viceversa.

e adesso che abbiamo raggiunto il più alto livello di completamento, non ci sentiamo arrivati: continueremo a camminare guardando avanti, tenendoci per mano, cercandoci con gli occhi e dicendoci che si, ne vale davvero la pena.

#maritoemoglie #wedding #matrimonioaltempodelcovid #finalmentesposi

drop

avete presente la lentezza con la quale una goccia si lascia cadere?

ed una goccia alla volta cosa fanno insieme?

una pozza, un rivolo, il mare

una goccia alla volta si possono fare tantissime cose diverse, dalla più piccola alla più grande

oggi ad esempio è la GIORNATA INTERNAZIONALE DEI DIRITTI DEI BAMBINI

voi che fate?

Intervista doppia di coppia

Diamo inizio a questa settimana con una domanda di rito: come vivete la vostra coppia mista e come conciliare le vostre differenze?
Questa domanda ce la siamo sentita fare diverse volte…
A tal proposito vorrei ringraziare Giovanna, una ragazza che segue il blog è solo pochi giorni fa mi rilanciava una proposta: raccontarvi di me e Nabile e di come viviamo la nostra famiglia mista, come conciliamo le nostre differenze e di come viviamo il nostro rapporto.
Ne abbiamo discusso io e Nabile e siccome ci sembra una proposta molto interessante vorremmo fare una diretta di coppia dove raccontarci.
Prima però ci piacerebbe raccogliere un po’ di vostre domande, più specifiche o aperte, alle quali rispondere durante la diretta.
Per chi poi volesse intervenire potrà farlo in qualsiasi momento e saremo lieti di raccontarci a voi!
FINO A MERCOLEDÌ 26 LUGLIO 2017 RACCOGLIEREMO LE DOMANDE CHE CI ARRIVERANNO E CI PREPAREREMO AD UNA DIRETTA/INTERVISTA.
[i dettagli ve li comunicheremo i prossimi giorni naturalmente…

Cosa ne pensate?!

Felicemente felice

Ecco un articolo interessante che ripropone la chiave di lettura dell’area giochi del Parco Fellini di Rimini.
http://bologna.repubblica.it/cronaca/2016/04/04/news/_tutti_a_bordo_rimini_il_parco_giochi_a_misura_di_bimbi_disabili-136897861/amp
Chi mi segue sa quanto io sia sensibile a tutto ciò che può portare una risorsa non solo alla comunità, ma anche agli spiriti.
I bambini sono il nostro futuro, una famiglia, una scuola, una città che investono sui bambini sono una famiglia, una scuola, una città che investono sul futuro e questo non ha necessità di altre spiegazioni.
Abbattere le barriere architettoniche significa prima di tutto abbattere i nostri limiti, sempre più spesso ideologici che fisici.

Il mondo forse sta provando a girare in una direzione diversa.
E voglio promuovere questo progetto parlandovene e condividendolo perché questa è una di quelle piccole cose che mi rende felicemente felice!

Mignolina cara, come ti sei ridotta? [fiabe in rosso]

mi butto per la prima volta in questa impresa per me epica.

non ho mai fatto recensione di letture, tanto meno di libri.

ma c’è sempre una prima volta, per tutto no?

e se non ci provi, come puoi dire di non esserne in grado? giusto?

ecco allora che ho deciso di accompagnarvi dentro la mia lettura del libro che ho ricevuto in regalo da Lorenzo Naia (autore e blogger) in collaborazione con Roberta Rossetti (illustratrice eccelsa) e Verba Volant Edizioni.

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questo libro nasce per bambini ed adulti, un libro contro la violenza sulle donne e gli stereotipi di genere e, prendo in prestito le parole dell’autore, perchè tutti  i bambini del mondo non smettano mai di cercare un lieto fine per la storia della loro vita.

ma percorriamolo una tappa alla volta questo viaggio.

prima di tutto prepariamo la valigia: vuota, vuotissima.

libera da qualsiasi preconcetto, come fanno i bambini.

perchè è solo così che riusciremo a goderci questo viaggio bellissimo, difficilissimo da assolutamente necessario.

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bene, ora che avete preparato la vostra valigia vuota, accomodatevi.

non in prima fila, nemmeno nell’ultima.

ma in un posto comodo, che vi faccia sentire a vostro agio, magari con una bella coperta ed una tazza di the caldo.

fatto?

pronti?

si parte…

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prima fermata: Mignolina

questo racconto inizia come tanti altri, con la cartolina di un momento felice.

chiunque di noi potrebbe essere Mignolina.

molte di noi lo sono state almeno una volta nella vita.

Mignolina nasce quasi per magia in una famiglia che da tempo desiderava vivere la gioia della maternità.

Mignolina è piccola, delicata come un petalo di margherita, innocente nella sua fame di Mondo e nella bontà del suo cuore.

ma purtroppo troppo presto dovrà fare i conti con chi avrà la presunzione di poter e saper scegliere per lei, della sua vita.

e  Mignolina si abbandona inerme al destino scelto per lei.

mentre scorrono le righe sotto i miei occhi occhi non posso fare a meno di pensare. Mignolina cara, come ti sei ridotta?

coraggio! alzati! scappa!

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la strada davanti a noi è un mistero per te come lo è per tutti.

molla tutto e vieni via da lì! nessuno può decidere il meglio per te.

sento un moto di tenerezza per quel petalo di margherita che si sta lasciando sfiorire nelle mani indelicate di tante persone.

ma ad un tratto Mignolina sembra quasi sentirmi, leggermi dentro come io leggo dentro lei.

ed infatti…

non vi rovinerò il piacere di questa lettura che per me è stato un viaggio dentro a tantissime emozioni.

e sapete qual’è la cosa più bella alla fine?

che ho trovato due ottime ragioni per ripercorrere queste pagine di storie nate per bambini.

la prima, che sebbene siano storie che conoscevo già dall’infanzia, non avevo mai assaporato a pieno i significati di questi racconti.

una consapevolezza che solo ora posso apprezzare.

la seconda, che c’è sempre un lieto fine in tutte le storie, anche quelle che sembrano più drammatiche, se si sa con che sguardo guardare le cose.

e la terza, si la terza!

inaspettatamente arrivata in questi giorni (dopo una serie di vicissitudini personali), che le sfide, per quanto dure e strazianti possano presentarsi alle volte, arrivano sempre a chi, infondo, ha il potere di affrontarle e vincerle.

grazie Mignolina!

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e se fosse Biancaneve a salvare il Principe?

vi ricordate quando una ventina di giorni fa circa, vi parlavo del filo rosso che avevo passato?

per chi se lo fosse perso riprendo un attimo da dove ci eravamo lasciati.

era la fine di novembre, il 25 se la memoria non mi inganna.

un gioco nato per caso e per fortuna, su un noto social.

ricevo da Silvia la notifica a partecipare ad un contest.

mi soffermo su queste prime righe e sebbene io non sia una particolarmente fortunata nel gioco decido comunque di tentare.

Il 25 novembre 1960 in Repubblica Dominicana venivano brutalmente assassinate le tre sorelle Mirabal: Patria, Minerva e Maria Teresa, per la loro opposizione al regime dittatoriale.
Si decise che questo drammatico episodio doveva diventare il simbolo della lotta contro il sopruso sulle donne ed ecco perché anche noi abbiamo scelto questa data per la pubblicazione di “Fiabe in rosso”, un libro contro la violenza e gli stereotipi di genere, che proprio oggi compie un anno dalla sua uscita.

gomitolo-rosso

in fin dei conti mi viene semplicemente chiesto di scrivere poche righe e passare il filo rosso ad un altra amica.

Per proseguire sulla strada intrapresa, sfilando simbolicamente insieme a #NonUnaDiMeno, VerbaVolant edizioni, Il T-Rex a pois ed io vorremmo regalare una copia a uno di voi: qui tra i commenti, scrivi la parola che vorresti leggere nella storia di tutte le donne. Un augurio, una speranza, un invito, quello che preferisci.
Se ti va, passa simbolicamente il filo rosso a qualcun altro.

mi dico che, sebbene sia ora di cena ed io abbia mille cose da mettere in fila, non mi può costare poi molto dedicare due minuti del mio tempo, fosse anche solo per dare la mia opinione e far sentire la mia voce in merito ad un tema così delicato e così crudelmente attuale.

decido allora di non soffermarmi a lungo come spesso faccio, ma di usare brevi e semplici parole.

Se ripenso alla mia esperienza credo che la parola adatta sia consapevolezza.
La consapevolezza che non è colpa nostra, ma di chi usa violenza (fisica o verbale che sia).
La consapevolezza delle persone vicine che offrono il loro aiuto e sostegno.
La consapevolezza che noi e la nostra dignità di donne sono sopra ogni cosa.
Passo questo filo a Sara e Ida.

la mattina successiva nemmeno ricordavo più ci fosse il sorteggio della vincitrice o del vincitore della copia del libro.

ricevo però un’altra notifica:

Vogliamo annunciare il vincitore del contest con una foto della manifestazione NON UNA DI MENOdi ieri a Roma e di questo manifesto realizzato da Chayn Italia a partire da un’illustrazione de Il T-Rex a pois tratta dalle nostre “Fiabe in rosso”:

ELIZABETH TAGLIAVINI, abbiamo scelto il tuo commento! Sei tu ad aggiudicarti una copia del libro!
Scrivici in privato per i dettagli.

E a tutti gli altri, grazie per aver partecipato, continuiamo a passare il nostro filo rosso a quante più persone possibile!

ed eccolo qua, oggi, sul mio tavolo.

fuori c’è una tipica giornata grigia e nebbiosa, come qua in Emilia spesso capita di questi tempi.

questo pacchetto però da colore a questo giorno invernale.

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i nastri intrecciati con cura, una gift tag accompagna quel filo rosso, di lana, sottile ma resistente.

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un invito a lasciare una propria traccia su questo libro.

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ed io lo annodo qua, lungo questa copertina.

perchè un nodo vale una promessa ed è bene non perdere la memoria di questa.

ora non mi resta che ritagliarmi il tempo per me e lui.

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grazie La Tata Maschio per questo meraviglioso pacchetto, per le parole che aspetto di potermi mangiare con calma, sola ed in silenzio.

 

grazie a VerbaVolant edizioni per aver sposato questo bellissimo progetto.

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grazie Il T-Rex a pois per le illustrazioni che mi accompagneranno in questo viaggio.

ed ora non resta che augurarmi buona lettura!

fiabe in rosso

un libro contro la violenza sulle donne e gli stereotipi di genere

[se anche voi volete fare regalare parole da ascoltare e viaggi da viaggiare, andate su www.verbavolantedizioni.it]

ho passato il mio filo rosso

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il femminicidio è un problema di tutti.
Se lo pensi anche tu, fallo sapere. Dillo ad alta voce.

inizia così questa storia.

un gioco nato per caso e per fortuna, pochi giorni fa su un noto social.

ricevo da Silvia la notifica a partecipare ad un contest.

mi soffermo su queste prime righe e sebbene io non sia una particolarmente fortunata nel gioco decido comunque di tentare.

Il 25 novembre 1960 in Repubblica Dominicana venivano brutalmente assassinate le tre sorelle Mirabal: Patria, Minerva e Maria Teresa, per la loro opposizione al regime dittatoriale.
Si decise che questo drammatico episodio doveva diventare il simbolo della lotta contro il sopruso sulle donne ed ecco perché anche noi abbiamo scelto questa data per la pubblicazione di “Fiabe in rosso”, un libro contro la violenza e gli stereotipi di genere, che proprio oggi compie un anno dalla sua uscita.

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in fin dei conti mi viene semplicemente chiesto di scrivere poche righe e passare il filo rosso ad un altra amica.

Per proseguire sulla strada intrapresa, sfilando simbolicamente insieme a #NonUnaDiMeno, VerbaVolant edizioni, Il T-Rex a pois ed io vorremmo regalare una copia a uno di voi: qui tra i commenti, scrivi la parola che vorresti leggere nella storia di tutte le donne. Un augurio, una speranza, un invito, quello che preferisci.
Se ti va, passa simbolicamente il filo rosso a qualcun altro.

mi dico che, sebbene sia ora di cena ed io abbia mille cose da mettere in fila, non mi può costare poi molto dedicare due minuti del mio tempo, fosse anche solo per dare la mia opinione e far sentire la mia voce in merito ad un tema così delicato e così crudelmente attuale.

decido allora di non soffermarmi a lungo come spesso faccio, ma di usare brevi e semplici parole.

Se ripenso alla mia esperienza credo che la parola adatta sia consapevolezza.
La consapevolezza che non è colpa nostra, ma di chi usa violenza (fisica o verbale che sia).
La consapevolezza delle persone vicine che offrono il loro aiuto e sostegno.
La consapevolezza che noi e la nostra dignità di donne sono sopra ogni cosa.
Passo questo filo a Sara e Ida.

e così, soddisfatta mai abbastanza ma felice di aver contribuito chiudo il telefono e lo lascio sul mobile della sala, mentre in cucina accendo il fuoco e comincio a cucinare la cena.

e non nego che, nel mentre mi trovo impegnata a spadellare un pasto caldo per tutti, ripenso a quanto la mia sorte sia stata di gran lunga più fortunata di tante altre.

non ho mai speso troppe parole in merito, non perchè lo viva con vergogna, ma perchè semplicemente ho preferito chiudere questo capitolo fuori per sempre.

ormai sono passati tanti anni, ma riconosco che, il mio modo di avvicinarmi alle persone, di vivere l’affetto, è cambiato tantissimo.

in meglio per certi aspetti, con una consapevolezza differente.

ma tutto ciò ha avuto un peso, non solo per me, ma per tutte le persone che mi sono state accanto e che hanno vissuto con me quei momenti.

perchè violenza, si tende sempre a dimenticarlo, non è solo lo schiaffo, lo spintone, il pugno o peggio ancora.

violenza è anche chi ti annulla come persona, chi ti umilia a parole, chi disprezza la tua natura umana e la ritiene inferiore.

chi ha la presunzione di far di te un proprio oggetto di piacere, da utilizzare a proprio piacimento o da lasciare lì, buttato da parte, all’occorrenza, quando è in mezzo ai piedi.

si ho vissuto questo, è vero.

perchè non te ne sei mai andata? mi domandano spesso.

perchè credevo fosse colpa mia, ammetto.

lo so, è assurdo, me ne rendo conto, ma finchè non lo vivi, non puoi nè sapere come reagiresti, nè cosa significhi.

credetemi se vi dico che, col sennò di poi, credo di essere stata molto fortunata ad essere ancora qua a parlarne.

ci sono persone così vuote ed allo stesso tempo piene di sè da diventare pericolosamente imprevedibili.

e sebbene per i mesi successivi all’uscita dal lavoro o con gli amici ero sempre accompagnata ed avevo paura a muovermi da sola fosse anche solo per raggiungere la macchina nel parcheggio, oggi sono qua.

passa? si passa ma mai del tutto.

ti cambia, ti cambia tanto.

ti fa scoprire in un certo senso una forza dentro te che non credevi, e ti mette a nudo davanti a sentimenti che nemmeno pensavi di poter provare.

odio? forse subito, ora no.

la fase dell’odio l’ho presto risolta quando, lavorando su me stessa, mi sono detta che amore ed odio sono sentimenti fortemente contrastanti quanto vicini.

ed allora non voglio sentimenti, solo indifferenza.

è stata colpa mia? assolutamente no.

sia chiaro che non voglio discolparmi da tutto, ho le mie responsabilità.

ma se accade ciò non è perchè ce lo meritiamo, nè perchè siamo noi a sbagliare.

spesso chi si avvicina è interessante, dolce, particolarmente comprensivo ed attento, sorprendendoci così.

ma poi quando tutto cambia e si fa violento, allora ecco che ci sentiamo legate.

oggi posso dire però una cosa importantissima che ho imparato da questa dura lezione: non bisogna rimanere per paura.

a volte si ha più paura del cambiamento, andandocene e rimettendo in campo tutto, che di rimanere.

questo atto di forza però non lo dobbiamo solo a noi.

là fuori ci sono tantissime persone che ci amano più di quanto non lo faccia chi abbiamo davanti e la nostra sofferenza è anche la loro.

la dignità è qualcosa di invalicabile, da chiunque, da difendere anche da noi stesse in questo caso.

e quando ho capito che la dignità, la mia, era più importante di ciò che stavo vivendo, me ne sono andata.

ho telefonato ai miei genitori che sono corsi a prendermi a casa, quella sera.

e sebbene ricordo ancora quelle parole di minaccia, io ho chiuso la porta dietro di me ed ho riaperto quella della mia vita.

oggi sono diversa, più consapevole, più attenta ma non meno passionale.

comunque, tornando a noi, la mattina successiva nemmeno ricordavo più ci fosse il sorteggio della vincitrice o del vincitore della copia del libro.

ricevo però un’altra notifica:

Vogliamo annunciare il vincitore del contest con una foto della manifestazione NON UNA DI MENOdi ieri a Roma e di questo manifesto realizzato da Chayn Italia a partire da un’illustrazione de Il T-Rex a pois tratta dalle nostre “Fiabe in rosso”:

ELIZABETH TAGLIAVINI, abbiamo scelto il tuo commento! Sei tu ad aggiudicarti una copia del libro!
Scrivici in privato per i dettagli.

E a tutti gli altri, grazie per aver partecipato, continuiamo a passare il nostro filo rosso a quante più persone possibile!

completamente sbigottita e senza parole, non so nemmeno definire cosa mi sia passato nel cervello in quei pochi momenti, prima di una smorfia di felicità mista ad un rosso, sulle guance, di incredulità ed imbarazzo.

ed allora eccomi qua ad attendere, che questo filo rosso arrivi a casa mia, per passarlo poi ai miei figli.

perchè siano uomini migliori? no, perchè siano Uomini. punto.

http://www.noino.org/
http://latatamaschio.it/fiabeinrosso/

Anche per fare un piccolo passo bisogna alzare il piede e perdere per un attimo l’equilibrio.

Bisogna imparare a fidarsi del proprio equilibrio.

Chi volesse ricevere una copia con dedica può contattare Lorenzo tramite messaggio privato su Facebook oppure via mail all’indirizzo parliamone@latatamaschio.it.

Il costo della copia è sempre di 12 € e le spedizioni (per le quali, se in Italia, si dovrà aggiungere 1.50 €, mentre per l’estero l’importo è variabile a seconda delle zone, per cui ve lo comunicherò di caso in caso) verranno effettuate da me personalmente.

passate il filo rosso