#sonounamammanonsonounasanta: hit list delle trasgressioni che noi genitori ci concederemmo (e che mai vorremmo ammettere)

ammettiamolo, noi genitori non siamo certo una specie perfetta, tutt’altro.

siamo la razza vivente più fallibile di tutte.

la nostra esistenza certo non fluttua nel Mondo in odore di santità, anche se a volte ce la meriteremmo quell’aurea al profumo di rose e la coroncina di luce sopra la testa.

essere genitori è il mestiere più complesso sulla Terra e l’unico che non gode del privilegio di una degna formazione professionale: le ossa te le fai sul campo, punto.

eppure siamo tutti fatti di carne e la carne si sa, è debole.

ecco allora una hit list delle trasgressioni che qualsiasi di noi si concederebbe ma che forse mai ammetterebbe pubblicamente (o per lo meno davanti ai propri figli).

non stilerò una classifica in ordine di importanza, ma un elenco informale (lascio a voi la trasgressione di poter redarre la vostra)

  • andare in bagno e rimanerci per almeno 5 minuti filati.

ma che sensazione platonica è?

quasi io non riesco a ricordarlo, eppure passare un pò di tempo alla toilette senza avere qualcuno che costantemente entra a controllare cosa, come, dove e perchè si è lì è davvero una trasgressione comune a tanti, se non a tutti.

eh si perchè poi se entra il bambino subentrano con lui tutte le possibilità del caso: occhi puntati verso di te, che cercano di capire cosa stai facendo e che perlustrano tutta la tua zona intima senza trattenersi dal commentare (chi con le parole, chi con uno sguardo pungente) la tua impossibilità di farti una ceretta veloce (e mi limito a questo).

  • concedersi un bagno lunghissimo o una doccia in tutta pace

c’è bisogno di aggiungere altro? direi di no…

  • riuscire a prepararsi con calma davanti allo specchio.

che bellezza riuscire a prepararsi per uscire senza la fretta di chi ci aspetta sulla soglia della porta.

perchè generalmente la regola vuole: preparare i bambini, sistemare la cucina, caricare la lavastoviglie, programmare il lavaggio della lavatrice, riempire la ciotola del cane o del gatto, sistemare i letti, chiudere le finestre, controllare che i bambini siano ancora vestiti e possibilmente puliti, vestirsi velocemente per non perdere l’attimo.

carpe diem!

il tuo turno non arriva mai e se arriva gli altri membri della famiglia sono già sulle scale pronti a scendere e tu, con lo spazzolino tra i denti, devi trovare il modo di urlare loro “non scendete, non siamo ancora tutti pronti, manco io!” con il dentifricio che cola e sembri un mostro bavoso (che è un miracolo se non ti sporchi i vestiti).

credo che la prima volta che riuscirò a prepararmi degnamente ed in tempi ragionevoli per un essere umano, non partirà la macchina e saremo costretti a rimanere a casa.

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  • uscire finalmente soli, in coppia, o con gli amici.

ah, bei tempi!

riuscire a ricordarsi di essere una coppia oltre che una famiglia è ancora più complesso, ma sono altre questioni.

che sia una pizza, una serata al cinema, un caffè, una gita in motocicletta, una serata a teatro per godersi un balletto di classica (o magari un weekend) poco importa.

questa trasgressione nasconde una ben più pregiata possibilità al suo interno:

  • riuscire a conversare liberamente

senza interruzioni, scegliendo un argomento da adulti, parlando a getto, tipo radio ma finalmente ad un livello diverso (e magari lasciarsi scappare un’imprecazione tra le righe).

a volte ci penso, ma poi mi dico “ma dove voglio andare io…?!” che l’unica volta che siamo usciti senza Nicolò abbiamo parlato di lui tutta la sera!

  • scegliere una portata al ristorante seguendo i propri gusti.

eh già, perchè quando c’è un bambino ecco che la domanda principale nelle uscite è: cosa gli facciamo mangiare?

ed allora parte la conta a chi deve sacrificare il proprio gusto per smezzare il proprio piatto con quello del nano (che se tutto va bene assaggia un pò da mamma e papà e da tutti i commensali, in sostanza l’unico che riesce a cenare davvero).

  • uscire di casa portandosi solo una piccola pochette

giusto che ci entrino solo portafogli e cellulare, nient’altro (beh magari le chiavi di casa almeno).

pannolini, cambio vestiti, salviettine, crackers e acqua per una volta possono rimanere a casa nella borsa di tutti i giorni (che alla fine è un vero e proprio bagaglio a mano).

credo che i limiti di peso negli aeroporti per i bagagli li abbiano creati per noi mamme e papà!

  • concedersi un aperitivo al rientro dal lavoro.

nessuno pretende di accomodarsi al tavolino di un’enoteca e sbaffarsi a scrocco il buffet ed un litro di vino, ma anche un semplice aperitivo, sul balcone, con birretta e patatine diventa una vera e propria impresa.

se c’è di mezzo un nano garantito che le patatine le vedrete solo da lontano ed il vostro aperitivo si interromperà mille e mille volte.

  • passare una giornata senza pensieri

una vera e propria utopia più che trasgressione.

vivere anche solo una giornata senza preoccuparsi se il bambino ha mangiato, se ha freddo o se ha caldo, se ha fatto la cacca (quanta? quando? e com’era?), se ha sonno (una manna dal cielo!) o se ha dormito abbastanza, se sta bene.

e se è già cresciuto?

la fola non cambia: è con gli amici? a che ora rientrerà? ecc… ecc…perchè non c’è un’età che ci rende immuni alla preoccupazione, anzi, non c’è proprio differenza tra genitore e genitore (solo ora da mamma capisco perchè la mia non dormiva la notte fino a che tutti non eravamo sotto le coperte).

  • riuscire a rimanere seduti a tavola per più di dieci minuti senza alzarsi quelle duemila volte prima che la forchetta riesca a toccare il piatto.

e su questo non c’è bisogno di dilungarsi eccessivamente direi.

  • pranzare sul divano con una vaschetta di gelato davanti alla tv

personalmente credo non ci sia niente di più gudurioso ed anticonformista di una pausa gelato mentre i bambini dormono (nonostante in casa sia previsto da regolamento il divieto assoluto di consumare cibi o bevande sul divano e sul tappeto).

esiste qualcosa di più trasgressivo, e comune allos tesso tempo, che infrangere le proprie regole?!

della serie: “fate quel che dico, non fate quel che faccio”

  • riuscire a finire quel capitolo del libro iniziato dieci volte ed interrotte altrettante

secondo mia mamma, e tutto l’ordine di genitori amanti dalla lettura, questa è la trasgressione “più” (se poi tutto ciò lo si contestualizza sotto ad un ombrellone davanti al mare…).

insomma più o meno come me con queste righe, che scrivo, interrompo e riscrivo da almeno una ventina di giorni tra un pianto, un cambio di pannolino, un biberon di latte, una doccia veloce e qualche ora di sonno sparsa.

  • coltivare una passione, un passatempo.

perchè quando si diventa genitori anche riuscire a  diventa una trasgressione.

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e poco importa se sia andare in palestra, costruire modellini, leggere, scrivere, fare esercizi cardio (o camminare in solitaria senza passeggino al seguito), passare ore in sella alla bicicletta, riuscire a farlo ti rimanderà a quell’emozione che ti farà luccicare gli occhi, impalpabile.

a meno che tu non ti stia allenando per diventare un Iron man e riesca ad infilare il passatempo tra le ore che dovresti dormire ed il risveglio del grande capo, troverai abbastanza difficile conciliare le due cose: genitorialità e tempo libero.

  • poltrire sotto le lenzuola e svegliarsi tardissimo

probabilmente la maggior parte di voi e noi metterebbe al primissimo posto questa affermazione.

oziare fino a tardi senza tempi o orari prestabiliti, solo i propri e basta.

senza preoccuparsi di cosa cucinare a pranzo o di quale gioco giocare.

personalmente se potessi strofinare la lampada ed esprimere tre desideri, uno di questi sarebbe svegliarsi tardi, così tardi che è quasi ora di tornare a letto, invece da quando è nato Nicolò l’ora più tarda che ci siamo concessi (o meglio, che ci ha concesso lui) sono state le 08.45!

  • riordinare finalmente casa senza nessuno aggrappato alle gambe

ho mappato un pò il terreno e per tanti genitori che si concederebbero un tour de force di sonno, altrettanti approfitterebbero delle ore di solitudine per recuperare quelle faccende arretrate da mesi ma che si ridurranno inesorabilmente ad un cumulo, letteralmente parlando, di polvere al rientro della squadra .

  • godere di un silenzio irreale.

che suono ha il silenzio?

credo che nessuno di noi, da genitore, se lo ricordi.

una sensazione così spaesante per un genitore che io stessa nelle rare occasioni nelle quali mi sono ritrovata a casa sola ho finito per accendere la radio!

  • prendersi un pò di ore da spendere tra parrucchiera ed estetista.

che sia per cambiare look, per concedersi un massaggio rilassante o semplicemente quella ceretta che tuo figlio ti ha fatto notare quella volta in bagno e che non la smette di martellarti in testa, largo al relax assoluto!

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e magari tutto questo con i tuoi di tempi, senza dover correre per il cambio staffetta!

  • fare la spesa soli

e pensare che in alcuni momenti, quando avevo solo un figlio, pensavo che fare la spesa sola fosse qualcosa di veramente sovversivo.

oggi con due bambini non posso che riconfermarlo pienamente!

  • accettare un incarico di lavoro impegnativo.

eh si, pura verità.

accettare di rinunciare in parte alla scalata alla carriera può essere per alcuni davvero frustrante.

un bambino richiede inevitabilmente una devozione in termini di tempo e di impegno.

diventare genitori, mamma ad esempio, significa trovare il giusto compromesso tra lavoro e famiglia.

  • soffermarsi per negozi e comprare qualcosa per sè.

uscire da un negozio senza borse e borse di vestiti per il nano o la nana è davvero impossibile.

io mi impongo di trovare qualcosa adatto a me ma fallisco miserabilmente ogni volta.

che bello sarebbe passeggiare per vetrine senza sentire nessuno che fa del pressing (marito compreso!)

comunque ad oggi devo constatare che non fa eccessiva differenza il numero dei figli, l’età anagrafica o il sesso del genitore: ci sono trasgressioni che ci concederemmo ma non ammetteremmo mai pubblicamente e che magari una volta ci sembravano azioni così scontate da essere quasi banali (mentre ora potrebbero risultare quasi da sfigati agli occhi di chi non ha prole).

eppure con questo non significa che non amiamo i nostri pargoli o non vogliamo passare ventiquattrooresuventiquattrosettegiornisustettecinquantaduesettimaneallannoperalmenodiciottanni con loro.

ma io adesso quasi quasi, quelli che escono a comprare le sigarette e non tornano un pò inizio a capirli.

(a proposito, questa è la trasgressione top di mio marito, comprare le sigarette intendo, non scappare anche perchè è sempre rientrato a casa, finora almeno)

un doveroso ringraziamento a tutte le fantastiche donne, amiche e mamme, e quegli uomini indispensabili, compagni e padri che hanno contribuito alla stesura di questa hit list raccontandomi i loro più intimi desideri di trasgressione.

siamo una squadra di irriducibili hippy che attendono solo il loro Woodstock.

ma non oggi, oggi ho da fare.